L’importanza di proteggere la nostra identità e il nostro “piccolo mondo” sul web

convegnoprotezionedatiIl famoso (e temuto) Gdpr, il General data protection regulation n. 679 del 2016 varato due anni fa dal Parlamento europeo, entrerà in vigore tra una settimana esatta: il 25 maggio.

Proprio in vista di quest'appuntamento, ieri a Reggio Calabria su iniziativa dell'ingegner Cosimo Fotia (consulente giusto in materia di data protection) ha avuto luogo Libertà in un libero scambio, un approfondimento sul tema alla sala "Perri" di Palazzo Alvaro. A intervenire "in remoto" con un contributo video l'avvocato Giuseppe Lombardo, membro della Commissione Informatica del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Reggio Calabria; al tavolo dei relatori, accanto a Fotia, la docente di Diritto dell'informatica all'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria Angela Busacca e il giornalista Mario Meliadò, già Digital Champion di Reggio Calabria, cui è toccato anche di moderare i lavori.

Per la Città metropolitana e il Comune di Reggio Calabria ha porto i saluti istituzionali il consigliere metropolitano delegato alla Cultura (e consigliere comunale) Filippo Quartuccio.

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Meliadò s'è soffermato, sulle ali della cronaca, sullo scandalo Facebook – Cambridge Analytica, ricordando le tappe di una vicenda che già nel 2016 il colosso dei social media avrebbe potuto chiudere con maggiore scrupolo verso gli 87 milioni di utenti che invece sono finiti vittime di una colossale ruberia di dati sensibili e, forse, anche di un tentativo di manipolazione per canalizzare il consenso sul poi eletto presidente Donald Trump in occasione delle ultime elezioni per la Casa Bianca.

La Busacca a lungo ha posto in evidenza come la questione della tutela dei dati personali non riguardi affatto solo le imprese private, ma anche e prepotentemente i vari àmbiti della Pubblica amministrazione. «E il tema riguarda tutti noi, nel momento in cui prestiamo il consenso al trattamento dei nostri dati personali...», ha ammonito Angela Busacca, evidenziando come sovente non si sia per nulla consapevoli delle normative che disciplinano il trattamento dei nostri dati, ma neppure chi e a quali fini effettivamente possa averli temporaneamente in gestione. Al punto che un po' di tempo fa venne realizzato un provocatorio pseudoesperimento su un ipotetico nuovo social network da lanciare: in realtà, delle "cavie" fu vivisezionata soprattutto l'aurea indifferenza a quelle che erano le norme sul trattamento dati, a tal punto da firmare in scioltezza anche una finta clausola che li obbligava a cedere il primo figlio al social network...

Molte le contraddizioni, insomma. Ma come rilevato da Fotia nel suo articolato intervento conclusivo, la cosa più pregnante a questo punto è conoscere bene gli effettivi rischi così come gli strumenti a disposizione per difendersi dal pericolo di manipolazione dei propri dati personali.

La normativa che sta per entrare in vigore ne prevede in particolare uno, la nuova figura del Dpo, il Data protection officer; e Cosimo Fotia ha accompagnato i presenti nel viaggio che dai primi virus diffusi negli anni Novanta ci ha ormai condotti al ransomware, quella perfida categoria di programmini in grado di bloccare ogni funzionalità di un dispositivo, che sia un notebook o uno smartphone, prospettando il ritorno al pieno controllo del dispositivo solo dietro pagamento di un "riscatto" a favore dei "pirati telematici" autori del software malevolo.