Autorità portuale dello Stretto, così vengono declassati i porti calabresi

Riceviamo e pubblichiamo:

Caro Direttore, la proposta operata dal ministero dei Trasporti di dar vita ad una Autorità portuale dello Stretto comporterà un declassamento dei porti di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Gioia Tauro che si troverebbero senza un porto di primo livello. L'accorpamento di Messina e Milazzo alle città calabresi, con Gioia Tauro capofila, ha le fondamenta per creare la più grande autorità portuale del Meridione.Da notizie di stampa emergerebbe l'ipotesi che la nuova Autorità dovrebbe governare, insieme ai porti di Messina e Milazzo, anche quelli di Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Già nel febbraio 2016,prima come cittadino di Reggio Calabria, poi come giornalista, consigliere del comune di San Procopio e Presidente di una Associazione Combattentistica avevo spiegato la negatività del progetto, attraverso la pubblicazione da parte degli organi di stampa di un mio articolo. Desidero, se Ti è possibile, ringraziandoti anticipatamente pubblicare quanto scritto in quella data per mettere in rilievo come ad ogni cambiamento di Governo partorisce sempre una nuova idea.

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12/02/2016
Il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, a gennaio ha preso d'intento il porto di Messina, scatenando un'accanimento contro l'accorpamento dei porti di Messina e Milazzo con i porti calabresi, e con la scelta del porto di Gioia Tauro come capofila,con l'inglobamento del porto messinese con quelli calabresi. Crocetta rispolvera l'antimafia, con un attacco alla Calabria:In Sicilia in questi anni abbiamo portato avanti una battaglia per liberarci dalla mafia, in Calabria invece sono ancora all'inizio. Siamo preoccupati delle eventuali infiltrazioni mafiose della 'ndrangheta che si potrebbero estendere a Messina.Il presidente della regione siciliana, in visita a Messina, ha raccontato di aver inviato una lettera al premier Renzi e al ministro Graziano Delrio a proposito del futuro del porto di Messina. Crocetta dice di sostenere "l'integrità della Sicilia". E siccome, a suo dire, Messina è una città importante, dice di non capire il perché la Città dello Stretto dovrebbe finire in coda a un'autorità portuale spostata a Gioia Tauro.In realtà, quello tra Sicilia e Calabria, in materia di portualità, è un accordo per far crescere insieme le due realtà portuali del Sud Italia, come ha sottolineato il sindaco della Città dello Stretto Accorinti, che ha descritto l'iniziativa come un "vero ponte sullo Stretto", una sorta di "Suez d'Italia", ovvero "un ponte istituzionale, più solido e sensato di mille ponti di ferro. In questo disegno, Messina e Gioia Tauro divengono punti strategici del sistema del Mar Tirreno Meridionale. Catania viene accorpata con Augusta, mentre Palermo diventa capofila di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo. Questo, grosso modo, lo scenario che riguarda Sicilia e Calabria. I porti italiani vengono riorganizzati in 15 Autorità di sistema portuale. In altre parole, diventano centri decisionali strategici con sedi nelle aree portuali individuate dall'Unione Europea. Le sedi di Autorità di sistema portuale sono: Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Cagliari, Napoli, Palermo, Catania, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste.Bene all'Autorità Portuale dello Stretto. L'accorpamento di Messina e Milazzo alle città calabresi, con Gioia Tauro capofila, getta le fondamenta per creare la più grande autorità portuale del Meridione. Certamente la nascente Autorità Portuale si inserisce nella strutturazione di un'unica grande area Metropolitana dello Stretto,che unisce e rafforza territori accomunati da profili socio/economici e identità storica, ma rischia allo stesso tempo di essere solo uno specchietto per le allodole se non accompagnata dal Ponte sullo Stretto. Perché Messina possa rientrare a pieno titolo nel circuito dei traffici internazionali, intercettando anche tutto il traffico commerciale proveniente da Suez, non basta la connessione con Gioia Tauro, che ad oggi è solo un porto di 'trasbordo', serve il Ponte sullo Stretto" e serve il collegamento ferroviario veloce. Già molti anni fa, (vedi articolo del 27/11/2004 pubblicato sulla cronaca di Reggio della Gazzetta del Sud ) avevo scritto e ribadito più volte in alcuni dibattiti,(spingendo oltre la città metropolitana)che tra Reggio e Messina si doveva creare la Regione dello Stretto: allora, nella mia qualità di segretario regionale della Calabria e coordinatore per la Sicilia dell'associazione professionale Coordinamento Nazionale Quadri Telecom, l'idea di far nascere, una nuova Regione, che comprendeva i territori della provincia di Messina e Reggio Calabria era realizzabile. Affermavo che non era utopia, pensare alla nuova regione dello Stretto, Reggio poteva sganciarsi da un capoluogo di regione cui poco importa del ponte di Messina e di quello che si realizzerà prima, durante e dopo e Messina finalmente poteva rivalutare meglio la sua provincia. I due territori, raggiungono una superfice di Kmq 6431. Nessuno può accusarci di follie perché la Valle D'Aosta ha una superfice di Kmq 3264 , il Friuli Venezia Giulia di kmq 7844, la Liguria di Kmq 5418, il Molise di Kmq 4438. Senza litigi, continuare ad avere sempre un consiglio regionale a Reggio Calabria e una giunta non più a 200Km ma a qualche Km nella bella città di Messina.Solo così potrà nascere uno sviluppo economico con le relative infrastrutture.Per il rilancio del Sud, servono programmazione, risorse, strategie, confronto e tempi di realizzazione. Negli ultimi anni, il Sud è stato quasi nascosto per vergogna. E' ora che lo sviluppo cresca nella nostra realtà territoriale. Bisogna riaccendere i motori e il fattore umano ricominci ad apportare innovatività. Il ponte è certamente una grand'opera, ma deve collegarsi con una linea ferroviaria ad alta velocità e per questi motivi,bisogna accelerare i tempi d'esecuzione e bisogna realizzare la nuova statale 106. Creare intorno alla realizzazione del ponte un insieme d'attività, coinvolgendo sempre più le imprese. Bisogna che il porto di Gioia Tauro abbia strutture ricettive. Se ormai la costruzione del ponte ha raggiunto il punto del non ritorno, i due comuni principali Messina e Reggio e senza trascurare Villa San Giovanni come punto strategico, devono assolutamente trovare, superando le proprie idee politiche, soluzioni idonei per la comunità. Bisogna battersi per continuare ad avere incentivi dai fondi Europei,fino adesso male gestiti o persi. Le esportazioni dovranno aumentare proponendo un aumento interno dei prodotti locali. Solo così lieviteranno le produzioni e di conseguenza il lavoro. Bisogna aumentare la produzione agricola, industriale e dei servizi. Possiamo benissimo avere un prodotto interno lordo superiore alla media nazionale. Un altro aspetto importante che la nuova regione dovrà realizzare, è sinergia con le associazioni industriali, gli albi professionali, i professionisti, utilizzando il più possibile risorse umane locali, attraverso consorzi o cooperative. Le imprese locali devono attivarsi, rimodernarsi per essere competitive. Dovremo per tutte le grandi opere, e tra questi anche il ponte sullo Stretto, produrre i materiali per la costruzione e quant'altro possa servire in loco. Certo questi sono argomenti da trattare in seguito, attraverso un approfondito studio, ma certamente le professionalità locali non mancano, inoltre abbiamo due grandi università a Messina e Reggio Calabria.Queste sono solo alcune idee da approfondire, che i nostri uomini politici, per il bene delle nostre comunità, devono iniziare a valutare.Il progresso della civiltà dipende dalla volontà e dalla capacità di cooperare. La posizione della centralità dello Stretto nell'area mediterranea è eccezionale dal punto di vista geografico e geopolitico, dove la ricerca del cambiamento sta nelle cose vere, dalla volontà dell'uomo.Dobbiamo recuperare i decenni perduti per lo sviluppo, nel corso del quale la situazione economica, si è deteriorata in modo tragico. La disoccupazione è aumentata, è dovere e interesse di tutti contribuire a predisporre condizioni perché tale fase si concretizzi in un sano e proficuo processo di sviluppo evitando così esasperazioni. Bisogna lavorare per organizzare lo sviluppo della nuova Regione dello Stretto.Alle due estremità dello Stretto, Ionio e Tirreno si incontrano, il ponte unirà la terra, non resta che unificare il territorio con la costituzione della più bella Regione, con Taormina, il lago di Ganzirri, le isole Eolie, Scilla, per risalire l'Aspromonte, Villa San Giovanni, Palmi, Gioia Tauro, tutta la Locride ed altri meravigliosi comuni e località calabro-siculi. Infine le due gemme, Reggio e Messina, sulle riflesse acque dello Stretto. Messina e Reggio possono essere la capitale di questo mare, ne hanno diritto, troppe cose legano le due città, le capacità, le caratteristiche e le possibilità ci sono. L'Europa che si proietta, verso l'apertura ai paesi del Mediterraneo, ai nuovi mercati dell'Asia e dell'Africa, alla valorizzazione dei processi della"New Economy" e dello sviluppo strategico di nuove vie turistiche e culturali. Vogliamo cambiare, facendo in meglio, siamo pronti per questa grand'avventura. Faccio un appello infine a tutti gli uomini politici reggini e messinesi che operano a livello locale e nazionale, di organizzare un grande convegno per discutere di questo progetto spogliandosi dai vari colori politici per dare finalmente al nostro territorio la fine della stagnazione, bisogna lavorare tutti assieme con spirito di squadra. Meno litigi in politica e snellire la burocrazia. Certamente il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta non sposerà questa idea dal momento che non avendo accettato l'accorpamento dei porti, non gradirà di perdere il territorio messinese.

Gennaro Cortese