Il dramma dei migranti e la fede raccontati a ritmo di rock. Online il video-live di “Rossomare”, della band calabrese Kantiere Kairòs

In questi giorni le cronache seguono il viaggio della nave Aquarius, con a bordo un carico di migranti che sbarcheranno a Valencia. Ma da anni i notiziari riportano drammi di naufragi e morti nel Mediterraneo, migliaia di persone in fuga da povertà e guerre che tentano di raggiungere le nostre coste alla ricerca di futuro e invece trovano la fine, inghiottiti per sempre dalle onde. Proprio dai servizi televisivi su questi temi è stato ispirato il brano di oltre 7 minuti dall'emblematico titolo Rossomare, contenuto nell'album "Il seme" del gruppo Kantiere Kairòs, formato da cinque musicisti professionisti che cantano il Vangelo a ritmo di rock.

Nel video-live della canzone, girato al Teatro Alfonso Rendano di Cosenza durante il concerto di presentazione del disco, sei richiedenti asilo salgono sul palco per una coreografia diretta dal regista e attore Dino Garrafa, di Teatro Zero. All'inizio i volti di Ben, John, Francis, Mohamed, Ghidio, Kamara – sbarcati alcuni mesi fa in Italia durante i cosiddetti "viaggi della speranza" – sono coperti da una maschera: irriconoscibili, dunque, e tutti uguali, dato che indossano la divisa bianca dei soccorritori e mimano proprio il salvataggio di persone disperse in mare. Ma nel corso delle riprese svelano la loro identità al pubblico, gettando la maschera e scendendo fra gli spettatori in platea, a significare che i migranti "non sono numeri ma persone", come ripete papa Francesco.

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«Una canzone come intesa di preghiera comunitaria, con l'intento di invocare una pace necessaria, sofferta, ma possibile. Una pace più potente delle difficoltà e dei pregiudizi, delle decisioni umani e delle leggi; una pace santa perché da Dio», spiega Antonello Armieri. Un accorato invito alla pace universale «in ogni casa, in ogni chiesa, con le persone, nei parlamenti e negli ospedali, nelle prigioni affollate e in quelle dei cuori». Pace invocata soprattutto per chi «sta soffrendo da troppo tempo in silenzio, muore un milione di volte visualizzato in mondovisione», «pace ai bambini costretti alla guerra, convinti che la vita sia quella; pace a chi viene rubata ogni cosa, la dignità, la terra, la storia; pace a chi fugge sperando di avere un domani, ma muore nei nostri mari».