Mini-dizionario del dopocrisi /2

salvini streamingdi Mario Meliadò - L'elenco dei nomi dei componenti del governo Conte-bis, ormai, li conoscete già tutti.

A questo punto, proviamo a vedere insieme a voi qualche spunto su cui riflettere, attraverso una sorta di "mini-dizionario del dopo-crisi".

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FRACCARO. Tra le new entry potenzialmente più significative, il ruolo importante toccato al pentastellato "scuola Di Maio" Riccardo Fraccaro: è lui il "nuovo Giorgetti", insomma il playmaker del Conte-bis, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. E questo, benché lo stesso Giuseppe Conte abbia tentato fino all'ultimo d'imporre il fin qui segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa.

GIOVANNI. Nelle ore immediatamente successive alla "declamazione" dell'elenco dei ministri da parte del Presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, un video è diventato letteralmente "virale", schizzando di bacheca in bacheca sui vari social network e su Whatsapp. Ovviamente era quello di Conte che dava lettura della composizione del Governo, direte voi: sbagliato. A impazzare sul Web, in un 4 settembre difficile da dimenticare nella storia italiana contemporanea, è stato il video di Giovanni Muciaccia: sì, lui!, il conduttore televisivo diventato famoso per il suo invito ad abusare della «colla vinilica» e il suo ossessivo richiamo «...Fatto?» durante il fortunato programma per bambini "Art Attack". Come spiegare l'intricatissima situazione politica ai suoi figli Edoardo e Maria Vittoria? Il 49enne attore e conduttore foggiano ha pensato sùbito «al riciclo»... Così, con un po' di cartone e la «solita» colla, olè!, il gioco è presto fatto: Muciaccia realizza in fretta la sagoma di uno strano signore dal vestito verde su cui campeggia una scritta "Stop invasione", definito «un personaggio portasegreti». L'aria complessiva rimanda indiscutibilmente a Matteo Salvini. Un signore a cui «piace cambiare spesso la maglietta», commenta: e via, gli infila una sorta di cardigan fucsia sul quale campeggia però un altro slogan già alquanto sentito in questi mesi..., "Prima gli italiani". Questo personaggio, in pieno Ferragosto – è il divertito racconto di Giovanni Muciaccia –, «ha pensato d'appiccare un altro incendio», solo che stavolta «quest'incendio lo ha bruciato, e lui è rimasto letteralmente in mutande» (naturalmente verdi, a pois bianchi). E «il suo amico»? Il nuovo personaggio, che in questo caso ha i tratti di Luigi Di Maio, «s'è incollato letteralmente alla poltrona». E non manca un terzo personaggio portasegreti: è Nicola Zingaretti, «che prima era suo (di Di Maio, ndc) nemico, ma improvvisamente è diventato il suo migliore amico»... In effetti, chi ci capisce è bravo.

HELSINKI. Si tratta della capitale della Finlandia. E probabilmente Luigi Di Maio dovrà familiarizzare con questo e molti altri spicchi della geografia europea – s'ironizza a caldo dopo la sua nomina a ministro degli Esteri – così come pure delle lingue che, italiano in testa, non paiono esattamente il suo forte.

INEDITO. Realmente inedito, un Governo con dentro Partito democratico e Cinquestelle; ancor di più, un Governo con dentro anche Liberi e uguali (Leu). Sarà forse una sorta di nemesi storica: alla fine, sia come sia, i pentastellati un Esecutivo con dentro Pierluigi Bersani evidentemente dovevano farlo "comunque", nonostante il famigerato streaming di qualche anno fa e parecchia acqua passata sotto i ponti nel frattempo... «Il Governo più a Sinistra nella storia della Repubblica italiana», ha già chiosato qualcuno proprio in riferimento a Leu: ma che le cose stiano davvero così si vedrà, in relazione al segno delle politiche che effettivamente verranno declinate. Di certo si può dire solo senza tema di smentite – per ora, almeno – che un primo risultato il Conte-bis lo inanella "costringendo" Leu a continuare a vivere, in una fase di notevole incertezza per la Sinistra radicale che da tempo vedeva le varie "anime" di Leu (ormai solo Articolo 1 e Sinistra italiana, visto che Possibile se n'è già andato da un po': alle Europee ha animato la lista Europa Verde insieme ai Verdi...) avviate verso la diaspora.

LONGEVITÀ. Diciamo la verità: noi italiani, i nostri rappresentanti politici in fondo li amiamo, soprattutto perché con occhio vitreo e sorriso prestampato sono spesso capaci di sparare balle allucinanti. Una di queste, ammantata di sensatezza e persino da "ragion di Stato", riguarda in realtà la circostanza che il nuovo Governo «durerà 5 anni». Non è colpa nostra se i ministri o i dirigenti politici di oggi non sono certo degli Alcide De Gasperi né dei Palmiro Togliatti (...ma neanche solo degli Antonio Gava, se è per questo): anche tra (alcuni di) loro s'insinua un'ignoranza abissale. Dunque il nuovo Governo non potrà "durare 5 anni" neppure se l'opposizione sparisse di botto magicamente, semplicemente perché – nel migliore dei casi – un lustro dura l'intera legislatura, di cui è già andato via un annetto e mezzo: nel migliore dei casi, il nuovo Governo durerà tre anni e mezzo. Ecco... non per fare i menagrami, però i favori del pronostico non vanno tuttavia in questa direzione: è bene ricordare assieme che, infatti, il Governo più longevo della storia della Repubblica italiana (!) fu il cosiddetto governo Berlusconi II (2001/2005: il Governo più longevo dall'Unità d'Italia eccetto il governo Mussolini...), e comunque non durò affatto per una legislatura intera ma per meno di 4 anni, per l'esattezza 3 anni, 10 mesi e 12 giorni. Diciamo che l'Italia, fra i Paesi meno governabili del pianeta, si candida a non far durare altrettanto il Conte II.

MATTEO. No, non è "quello vecchio", cioè l'ex leader pd ed ex Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi; per forza di cose, qui vogliamo parlare soprattutto di "quello nuovo" ossia Matteo Salvini, leader nazionale della Lega (...o Lega Nord?) e fin qui vicepremier e ministro dell'Interno. «Da lui un clamoroso autogol», aveva commentato in una delle fasi di transizione di quest'articolata e peculiare crisi uno che la sa lunga, cioè il fin qui capogruppo alla Camera del Partito democratico (ma ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e già ministro a Infrastrutture e Trasporti, con Renzi) Graziano Delrio. Epperò, come c'insegna il difensore franco-senegalese del Napoli Kalidou Koulibaly, fortissimo quanto sfortunatissimo nel siglare il clamoroso autogol del 4-3 al 93' che ha consegnato il match di sabato scorso alla Juventus, ai fini del risultato, pur se in "zona Cesarini", valgono anche gli autogol... e anche se magari due anni prima proprio tu eri stato decisivo per la vittoria nella gara contro gli stessi avversari. Una metafora politica bruciante per Salvini, che adesso dall'opposizione che s'è scelto da solo, aprendo una crisi per molti versi irragionevole e misteriosa (se non guardando a sondaggi troppo spesso fallaci), spara a zero su quello che considera un «mercato delle poltrone indegno e vergognoso», ovvero «un Governo nato tra Parigi e Berlino e dalla paura di 'mollare' la poltrona, senza dignità e senza ideali, con persone sbagliate al posto sbagliato». Ma il premier Giuseppe Conte e, tra i ministri, Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede (adesso improvvisamente etichettato come un «senza competenza» con l'unico merito d'essere «amico di Conte»), non sono stati per un anno e mezzo al Governo con lui?