Cosenza, quattro arresti per l’omicidio di Francesco Marincolo del 2004: fu regolamento di conti tra clan

dia arrestoIl Personale della Dia di Catanzaro sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro soggetti accusati, a vario titolo, dell'omicidio di Francesco Marincolo, uomo dei clan cosentini, ucciso il 28 luglio del 2004 a Cosenza, di primo mattino L'omicidio, secondo quanto emerso dalle indagini della Dia, sarebbe maturato nell'ambito dello scontro in atto in quegli anni tra la cosca Bruni e quella Ruà-Lanzino. All'epoca si sospettò subito della ormai dissolta cosca dei Bruni. Secondo quanto emerge dalle indagini si tratterebbe di un regolamento di conti. Marincolo potrebbe aver avuto un ruolo nell'uccisione di Francesco Bruni, alias "Bella Bella", avvenuta nel luglio del 1999. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal gip di Catanzaro su richiesta della Dda diretta dal procuratore Nicola Gratteri.

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I quattro arrestati sono: Sono Giovanni Abruzzese, 59 anni, Carlo Lamanna, 51 anni, Mario Attanasio, 46 anni, e Umile Miceli, 52 anni. Si tratta dei presunti responsabili, a vario titolo, dell'omicidio di Francesco Marincolo, killer del gruppo Rua'-Lanzino, avvenuto il 28 luglio del 2004 a Cosenza, e del contestuale tentato omicidio di Adriano Moretti, ultimo atto della sanguinosa guerra di mafia combattuta nel capoluogo bruzio, tra il 1999 ed il 2000, fra i contrapposti clan confederati Lanzino-Cicero ed il gruppo dei Bruni "Bella Bella". Dopo l'omicidio, i due gruppi criminali cosentini raggiunsero una pax mafiosa che prevedeva un patto di non belligeranza e la spartizione equa, tra i gruppi, dei proventi delle varie attivita' illecite. 

Le ricostruzioni investigative, secondo quanto riporta l'Agi, corroborate dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, hanno consentito di accertare che ad esplodere i colpi mortali nei confronti del Marincolo, al momento dell'agguato a bordo della propria auto, fu lo stesso Michele Bruni, dopo aver affiancato l'auto della vittima, a bordo di una moto guidata da Carlo Lamanna e risultata poi rubata alcuni giorni prima sul lungomare di Paola. Sull'auto del Marincolo, al momento dell'omicidio di questi, si trovava, per caso, anche Adriano Moretti, che venne ferito da alcuni colpi di arma da fuoco, ma che dalle indagini risulto' non essere obiettivo dei killer, anche se cognato del noto boss Gianfranco Rua'. Le complesse indagini condotte dalla Sezione Dia di Catanzaro, sotto la direzione della Procura, hanno consentito di individuare i mandanti, gli esecutori ed i fiancheggiatori del fatto di sangue, consumatosi in via Lanzino, a Cosenza, riconducendone il movente, oltre che nella volonta' di affermare la supremazia criminale della cosca di appartenenza, nella vendetta attuata da Michele Bruni contro i clan avversi (Marincolo, in quel preciso momento storico, era l'unico elemento di spicco non detenuto), responsabili, tra gli altri, dell'omicidio del padre Francesco, avvenuto nel luglio 1999, e dell'omicidio di Antonio Sena, avvenuto nel maggio del 2000. Michele Bruni e Carlo Lamanna sarebbero gli esecutori materiali dell'omicidio; Giovanni Abruzzese avrebbe partecipato alla fase deliberativa dell'omicidio, in ragione dell'alleanza esistente, al tempo, fra il clan Bruni "Bella Bella" e quello degli "Zingari"; Umile Miceli avrebbe avuto invece il compito di studiare le abitudini della vittima e avrebbe fatto da palo o "specchietto"; Mario Attanasio avrebbe svolto funzioni di appoggio logistico, sia nelle fasi precedenti che in quelle successive all'agguato. L'operazione della Dia di oggi si inquadra in una piu' ampia strategia investigativa della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, avviata, da tempo, per far luce su una serie di omicidi verificatisi su Cosenza e che ha consentito, con le varie operazioni convenzionalmente denominate Terminator (1-2-3-4), di ricostruire numerosi fatti di sangue, riconducibili all'allora gruppo confederato Cicero-Lanzino, a distanza di anni dai fatti, con la valorizzazione delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, riscontrate con le risultanze di attivita' investigative.