Fondi per le periferie, i 5stelle rispondono al Pd: "Una bufala clamorosa la perdita dei finanziamenti"

«Il Pd sta facendo disinformazione a tappeto sui fondi per le periferie e sull'obbligo di ben 10 vaccini, ad oggi inalterato e su cui a breve si troverà un punto di equilibrio tra tutela reale della salute e diritto all'istruzione senza ricatti. La verità viene prima della ragione di partito». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Giuseppe d'Ippolito, Paolo Parentela, Bianca Laura Granato e Francesco Sapia, che aggiungono: «In casa dem sarà sfuggito che per la questione delle periferie l'esponente del Pd Antonio Decaro, presidente dell'Anci e sindaco di Bari, ha dichiarato testualmente che "i fondi sono tutti salvi", così smentendo la clamorosa bufala dei suoi compagni di partito». «Il bando per le periferie – spiegano i parlamentari 5stelle – era stato finanziato dal precedente governo di centrosinistra per metà dell'importo complessivo. A riguardo molti progetti presentati devono ancora essere valutati, per cui i fondi non sarebbero stati spesi in tempi brevi. Perciò li abbiamo messi a disposizione da subito a tutti i comuni che abbiano un avanzo di amministrazione».

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«Nel frattempo – continuano i 5stelle – abbiamo garantito i 500 milioni necessari al finanziamento dei 24 progetti del bando periferie già approvati. Per quanto riguarda gli altri 96 progetti, per 1,6 miliardi totali, quelli esecutivi verranno finanziati tramite una norma specifica, mentre gli altri saranno attentamente monitorati nei prossimi mesi. I fondi per questi ultimi, pari a 800 milioni, verranno recuperati tramite la convocazione della Conferenza unificata che unisce Stato, Regioni e Comuni, nella quale verrà superata anche l'incostituzionalità della legge precedente che aveva dato il via al bando per le periferie sotto il governo Renzi». «Ricordiamo, infatti, che – concludono i parlamentari 5stelle – la sentenza della Corte Costituzionale del 7 marzo 2018 ha dichiarato in parte illegittimo l'art.1 comma 140 della legge 11 dicembre 2016, in quanto viola il principio di sussidiarietà attribuendo a Stato e Comuni funzioni delle Regioni».