“Etnobotanica in Calabria - Viaggio alla scoperta di antichi saperi intorno al mondo delle piante”, il 16 marzo a Sersale la presentazione del volume

Sarà presentato venerdì 16 marzo alle 17.30 presso la Sala Consiliare del Comune di Sersale "Etnobotanica in Calabria - Viaggio alla scoperta di antichi saperi intorno al mondo delle piante" (Rubbettino, pp. 341, euro 25), la prima pubblicazione della Riserva Naturale Valli Cupe curata da Antonella Lupia (laurea in scienze fisiopatologiche e specializzata in biochimica clinica), Raffaele Lupia (esperto di materie agrarie e forestali, si occupa di gestione sostenibile del territorio) e Carmine Lupia (botanico e direttore della Riserva). Interverrà, insieme agli autori, il sindaco di Sersale Salvatore Torchia. Modera la giornalista Chiara Fera.
Il libro affronta con rigore metodologico lo schedario scientifico-divulgativo delle 530 piante rassegnate con l'obiettivo di sollecitare una maggiore sensibilità ecologica e di attualizzare la relazione uomo-mondo vegetale. Ha l'ambizione di essere un'opera tra le più complete del panorama etnobotanico italiano e uno speciale "tributo di riconoscenza al mondo rurale calabrese, depositario di un sistema di saperi di altissimo livello, anche se sprezzantemente e sbrigativamente liquidato - nel recente passato e sull'onda di un vuoto intellettualismo di maniera - come apparato residuale di superstizioni e credenze popolari privo di qualsivoglia spessore culturale".

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Memoria orale e scienza indagate e mixate con rigore e intelligenza da professionisti di solida formazione, ma soprattutto mossi da una strenua passione per il proprio habitat. Il Centro studi di etnobiologia della Riserva mette così a disposizione un formidabile strumento per saperne di più sul rapporto uomo-natura e cultura-natura, che, come le piante, affonda le radici in una tradizione euro-mediterranea millenaria. I fiori e le erbe rappresentano la cronaca di un'antica storia quotidiana raccontata dagli alberi, dagli uomini, dalle mani, dagli strumenti di lavoro e di svago, dagli oggetti di un'archeologia agricola che si fa ripensare nel presente. Scienza e non solo. Sapevate che nei boschi c'è una pianta (l'erva do perdimìantu/l'erba dello smarrimento) che nessuno è mai riuscito a identificare e che è capace, se calpestata inavvertitamente, di far perdere l'orientamento anche alle persone più esperte nella conoscenza dei luoghi?