Reggina: quelle incrostazioni del Sant'Agata già d'intralcio al lavoro di Tempestilli

tempestilli"Bisogna ricominciare a riseminare". È una delle tante frasi significative pronunciate da Antonio Tempestilli, nel giorno della sua presentazione come responsabile del settore giovanile della Reggina. Ben consapevole di come si tratti di un settore capace, dal 1988 fino al 2014, di bucare al massimo un paio di bienni in quanto a produzione di calciatori per il professionismo. Per poi passare al vuoto totale dell'ultimo lustro abbondante.

All'ex team manager della Roma non mancano il piglio e le conoscenze. Non ha fatto mistero di aver interloquito a lungo con Bruno Conti, ossia il gotha a livello di scouting giovanile, prima di insediarsi a Reggio. Ha chiesto resoconti in ambito locale. Ed in questi giorni effettuerà, di concerto con la proprietà, le prime non semplici scelte.

La presentazione di Tempestilli è stata anche l'ultima uscita pubblica del Presidente Luca Gallo, atteso nel pomeriggio al "Granillo".

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Chiaro il messaggio lanciato in quella occasione da Gallo, sia verbale che in termini di linguaggio del corpo. Ci ha tenuto a sedersi lì, ad un metro esatto dal dirigente scelto personalmente. Emblematico il passaggio di fine conferenza, quando ha chiesto ai reggini di mostrarsi accoglienti verso "er Cicoria". Da persona estremamente intelligente, avrà annusato l'aria.

I reggini non difettano sicuramente in accoglienza. Stesso discorso per i cosentini, supponiamo. Eppure saremmo ingenui ottimisti, se ad oggi spacciassimo come sereno il primo approccio di Tempestilli con la realtà locale. I dati di fatto sono sotto gli occhi di tutti. Magari in questi anni al Sant'Agata avranno prestato opera dei gran lavoratori, finanche preparati oltre che attaccati al colore amaranto, ma la produttività è meno che mediocre.

Possono esistere decine di attenuanti, tra cui quella del budget risicato per non dire inesistente (ma la scelta non è stata di Gallo, evidentemente mal... consigliato). Qui bisogna operare una scelta radicale. Se si vuole produrre come e meglio della Reggina Calcio, oltre a qualche investimento è necessario ricongiungersi con la strada della meritocrazia. Altrimenti esisterà, specie in provincia, chi è in grado di veicolare sponsorizzazioni inducendo Tempestilli, alla lunga, a fare la fine di Spataro.

Ma un conto è far cadere la colpa sullo Spataro della situazione. Altra storia è provarci con chi ha oltre 30 anni di Serie A alle spalle.

Il dover partecipare al torneo Primavera, con l'aumento dei costi per tutto il settore giovanile oltre al timore di incappare in figuracce sul piano tecnico, ha portato ad una scelta di spessore. Ma questa è solo la punta dell'iceberg. Il Sant'Agata, inteso come cuore pulsante di tutta l'attività della Reggina e non solo come uno spazio dotato di campi da gioco, presenta diverse incrostazioni. Magari fossero solo in ambito tecnico. Da troppo tempo. Non ci si può illudere di affrontare la prossima stagione, a tutti i livelli, senza aver prima spruzzato pesanti dosi di antiruggine. Ne va del futuro oltre che della credibilità della Reggina tutta.

La proprietà ha puntato su Tonino Tempestilli, con la consapevolezza che ora serve il coraggio per portare avanti tale scelta. In un territorio difficile. Questo signore romano, dopo aver messo sul piatto oltre 12 milioni, sarà pur libero di scegliersi un dirigente...